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Allarme microplastiche: come ridurre la minaccia per la salute e la fertilità femminile.

  • Immagine del redattore: Mater Clinic
    Mater Clinic
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 5 min
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Recentemente, uno studio italiano coordinato da Luigi Montano su 18 donne sottoposte a fertilizzazione assistita ha rilevato la presenza di microplastiche nel liquido follicolare di 14 di esse (ansa.it). Una scoperta allarmante: le microplastiche, già identificate nella placenta, nelle ovaie, nello sperma, nel sangue e in vari tessuti, ora si trovano proprio dove si sviluppano gli ovociti.


🔬 Perché è pericoloso?


Perché le microplastiche sono pericolose per la fertilità e la salute in generale?


Numerosi studi su animali ed esseri umani hanno dimostrato che le microplastiche hanno la capacità di accumularsi negli organi riproduttivi, come le ovaie, il fluido follicolare, la placenta e persino lo sperma. Lì possono interferire con i processi più delicati del sistema riproduttivo.


Le microplastiche:


Possono danneggiare direttamente gli ovociti e gli spermatozoi, influenzando la loro qualità e vitalità.


Alterano l'equilibrio ormonale, agendo come veicoli di interferenti endocrini (come ftalati e bisfenolo A), che interferiscono con l'asse ormonale ipotalamo-ipofisi-gonadi, essenziale per l'ovulazione, il ciclo mestruale e la spermatogenesi.


Inducono infiammazione e stress ossidativo, creando un ambiente ostile per la fecondazione o lo sviluppo embrionale precoce.


In studi recenti, sono state trovate microplastiche nel fluido in cui si sviluppano gli ovociti, il che potrebbe influenzare direttamente la fertilità femminile sin dalle sue prime fasi.


Tutto ciò non solo mette a rischio la fertilità femminile (e maschile), ma influisce profondamente anche sulla salute ginecologica e generale. Queste particelle possono causare infiammazione cronica in tessuti sensibili come l'endometrio e le ovaie, alterare i cicli ormonali, aumentare l'incidenza di disturbi come l'endometriosi o i fibromi e indebolire le difese immunologiche locali.


A livello sistemico, le microplastiche possono agire come veicoli di tossine persistenti che alterano il metabolismo, il sistema endocrino e anche la funzione neurologica. Per questo motivo, ridurre l'esposizione non è solo una misura preventiva per proteggere la fertilità, ma una strategia fondamentale per tutelare la salute ginecologica e complessiva della donna e dell'organismo umano in generale.


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🛡️ Come proteggere la salute generale e riproduttiva: consigli e soluzioni.


Di seguito, strategie basate su evidenze scientifiche per minimizzare l'esposizione:


1. Ridurre l'uso di plastica in cucina e nella conservazione delle bevande.


Evitare l'uso di bottiglie di plastica, in particolare quelle che sono state esposte al calore o alla luce solare diretta, come può accadere durante il trasporto o lo stoccaggio. Queste condizioni favoriscono il rilascio di microplastiche e sostanze tossiche come il bisfenolo A (BPA).


Si raccomanda anche di non riscaldare i cibi in contenitori di plastica, né di usare utensili di plastica con alimenti molto caldi.


Ogni volta che è possibile, optare per contenitori in vetro, acciaio inox o ceramica, sia per conservare i cibi che per trasportare bevande calde o fredde. Questi materiali sono più sicuri, stabili e non rilasciano particelle nel contenuto, anche dopo usi ripetuti.


2. Scegliere cosmetici e prodotti per l'igiene senza microplastiche.


Controllare attentamente le etichette ed evitare prodotti che contengano microbeads (micro-sfere plastiche esfolianti) o ingredienti vaghi come "fragrance" o "parfum", che potrebbero nascondere derivati plastici.


Optare per formule certificate come naturali, ecologiche o biodegradabili, che siano prive di microplastiche e additivi sintetici, non solo protegge la pelle, ma evita anche il rilascio di questi contaminanti nell'acqua durante il lavaggio. I prodotti solidi (shampoo, saponi o esfolianti in barra) e gli imballaggi riciclabili o riutilizzabili sono solitamente opzioni più sostenibili e sicure.


3. Scegliere abiti in fibre naturali e lavare i capi sintetici con cautela.


Ogni volta che è possibile, è consigliabile optare per capi realizzati con materiali naturali come cotone, lino, lana o bambù, che non rilasciano microfibre plastiche quando vengono lavati.


Tuttavia, dato che non è sempre facile trovare abbigliamento femminile realizzato esclusivamente con questi tessuti — specialmente per abbigliamento sportivo, intimo o moda veloce — è fondamentale fare attenzione durante il lavaggio. I capi sintetici (come poliestere, nylon o elastan) rilasciano microfibre che finiscono nei fiumi e negli oceani se non vengono adeguatamente filtrati.


Per ridurre questa contaminazione, si consiglia di:


Usare borse da lavaggio specifiche per catturare le microfibre (come Guppyfriend).


Installare filtri per microfibre nella lavatrice.


Ridurre la frequenza di lavaggio e preferire cicli brevi e con acqua fredda.


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4. Filtrare l'acqua potabile.


Installare sistemi di filtrazione domestici come osmosi inversa o filtri a nanopori che trattengano le particelle microplastiche.


È importante prestare attenzione alle caraffe filtranti se sono realizzate in plastica, poiché questo materiale può anche liberare microplastiche con l'uso prolungato o l'esposizione al calore. Per questo motivo, si consiglia di preferire caraffe in vetro con filtri certificati. In ogni caso, anche una caraffa di plastica che venga mantenuta in ambienti freschi e senza esposizione alla luce solare diretta è un'opzione preferibile rispetto alle bottiglie di plastica convenzionali, che spesso sono state conservate o trasportate sotto condizioni di calore o radiazioni UV, fattori che accelerano la migrazione di sostanze nocive nell'acqua.


5. Ridurre gli alimenti confezionati in plastica e limitare certi prodotti del mare.


Evitare i prodotti confezionati in plastica, specialmente se sono stati riscaldati o contengono grassi, poiché questi fattori favoriscono la migrazione di microplastiche e additivi tossici.

Consumare alimenti freschi, sfusi o confezionati in vetro ogni volta che è possibile.


Inoltre, moderare il consumo di alcuni pesci e frutti di mare — come cozze, ostriche, sardine o acciughe — che vengono ingeriti interi e sono particolarmente propensi a contenere microplastiche ingerite nell'ambiente marino. Optare per pesce di acque pulite, di origine certificata, e alternare con fonti di proteine animali meno esposte può aiutare a ridurre il carico totale di microplastiche nella dieta.


📊 🏛️ Una risposta collettiva: cosa possono (e devono) fare i governi, la scienza e la società.


Anche se molte azioni preventive iniziano con decisioni individuali — come scegliere cosa mangiare, come lavare i vestiti o quali cosmetici usare — non basta la volontà personale. La portata del problema delle microplastiche richiede anche una risposta istituzionale forte, con politiche pubbliche, investimenti nella ricerca e nell'educazione per cambiare il sistema alla radice.


Queste sono tre aree chiave in cui è urgente agire:


1. Regolare l'uso delle microplastiche nei prodotti di consumo quotidiano (alimenti, cosmetici, igiene), con leggi più severe, controlli reali ed etichettatura trasparente. Non possiamo proteggerci se non sappiamo cosa contengono i prodotti che usiamo ogni giorno.


2. Incentivare la ricerca e l'innovazione tecnologica, per sviluppare filtri efficaci, materiali alternativi e sistemi che impediscano alle microplastiche di finire nei nostri corpi e nell'ambiente. Investire nella scienza significa investire nella salute.


3. Promuovere l'educazione ambientale fin dall'infanzia e a tutti i livelli, incoraggiando abitudini di consumo più sostenibili, il riciclaggio responsabile e una comprensione chiara di come le microplastiche influenzano non solo la natura, ma anche la nostra fertilità e il nostro benessere generale.


🧭In sintesi.


Rilevare microplastiche nelle ovaie e nel liquido follicolare di 14 donne su 18 è un segnale di allarme urgente.


Le evidenze attuali suggeriscono un impatto negativo sulla salute generale, intima e riproduttiva femminile.


Agire con buone pratiche quotidiane, politiche efficaci e monitoraggio medico è fondamentale per ridurre i rischi e proteggere le future generazioni.


Azione individuale = salute collettiva.


Ogni persona può fare la differenza: dalle scelte consapevoli in cucina, in bagno o nell'abbigliamento, fino alla richiesta di normative politiche. La prevenzione ambientale è anche prevenzione riproduttiva e deve iniziare il prima possibile.


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Mater Clinic è alleato della tua salute femminile e della tua fertilità. Se hai bisogno di aiuto per la tua salute ginecologica od orientamento nel tuo cammino verso la maternità, non esitare a contattarci tramite 📲 WhatsApp al [+39 055 029 9050] o via 📧 email a [care@mater.clinic]


Fonte: Link




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