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I cartoni anni ’90 aiutano il benessere familiare di mamme e bambini?

  • Immagine del redattore: Mater Clinic
    Mater Clinic
  • 22 set
  • Tempo di lettura: 5 min
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Può sembrare un dettaglio banale: cambiare il tipo di cartoni che i bambini guardano. Eppure una madre, di fronte a figli sempre più agitati e irrequieti dopo aver visto cartoni moderni e frenetici, decise di fare un piccolo esperimento casalingo: sostituire i cartoni di oggi con quelli della sua infanzia, gli anni ’90, caratterizzati da ritmi narrativi più lenti, colori più morbidi, pause frequenti.


Il risultato fu immediato: i bambini erano più tranquilli, più attenti, più sereni. Da lì nacque un dibattito che non si è fermato a un episodio personale, ma che trova riscontro anche nella ricerca scientifica: il ritmo degli stimoli audiovisivi ha un impatto reale sul comportamento dei bambini.


E non riguarda solo loro. Riguarda anche i genitori, e in particolare le madri, che spesso si trovano a gestire non solo la crescita dei figli ma anche l’equilibrio emotivo e il carico mentale della famiglia. È un tema che parla di maternità consapevole, di salute mentale, e in senso più ampio di salute femminile: dalla ricerca di un figlio fino alla gestione quotidiana della vita familiare.


1. L’esperimento della madre e la conferma scientifica.


La madre protagonista dell’esperimento raccontò che i suoi figli, dopo aver guardato cartoni veloci e ricchi di cambi scena, diventavano irrequieti, litigiosi e meno concentrati. Cambiò strategia: fece vedere loro cartoni anni ’90, come Mila e Shiro o Heidi, con scene dilatate, trame lineari e colori meno saturi. Il cambiamento fu sorprendente: più calma, meno capricci, maggiore capacità di giocare senza conflitti.


Questo racconto si inserisce perfettamente in un filone di ricerca consolidato.


Lillard & Peterson (2011, Pediatrics): in uno studio condotto su bambini di 4 anni, 9 minuti di visione di cartoni veloci furono sufficienti a ridurre in modo significativo le funzioni esecutive (attenzione, autocontrollo, memoria di lavoro) rispetto a bambini che avevano visto cartoni lenti o fatto attività di disegno.


Christakis et al. (2004, Pediatrics): analizzando oltre 2.500 bambini, lo studio mostrò che una forte esposizione a TV e cartoni veloci nei primi 3 anni di vita era associata a maggior rischio di sviluppare disturbi attentivi a 7 anni.


American Academy of Pediatrics (AAP, 2016): nelle linee guida raccomanda di limitare l’esposizione agli schermi nei primi anni di vita, sottolineando l’importanza della qualità dei contenuti e della co-visione da parte dei genitori.


Questi dati confermano ciò che la madre aveva intuito empiricamente: gli stimoli non sono neutri. Alcuni favoriscono calma e concentrazione, altri scatenano agitazione e riducono l’attenzione.


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2. Cosa succede con i cartoni veloci?


Il cervello dei bambini piccoli è in piena costruzione. I circuiti nervosi che regolano attenzione, emozioni e autocontrollo non sono ancora maturi e risultano estremamente sensibili al tipo di stimoli che ricevono.


Cartoni con scene frenetiche, cambi continui e suoni forti attivano i sistemi di gratificazione e di allerta. Il bambino resta incollato allo schermo, ma in realtà subisce un bombardamento che lo iperattiva. Quando lo schermo si spegne, il cervello fatica a “rallentare”, e il bambino appare nervoso, agitato, incapace di reggere attività più semplici.


3. Perché i cartoni lenti hanno un effetto diverso?


Cartoni con ritmi narrativi distesi, dialoghi chiari e pause consentono al cervello di elaborare ciò che vede. Non sovraccaricano i circuiti attentivi, ma lasciano spazio all’immaginazione. I bambini che guardano questo tipo di contenuti tendono a essere più calmi subito dopo, a concentrarsi meglio su giochi manuali o creativi e a interagire in modo più sereno con gli altri.


Non è un caso che molti educatori parlino di “digiuno sensoriale”: ridurre stimoli veloci permette ai bambini di riappropriarsi di tempi naturali, di imparare la pazienza e di coltivare la fantasia.


4. Focus maternità: il ruolo dei genitori e il carico mentale delle madri.


Se i bambini diventano più tranquilli grazie a stimoli calibrati, anche la vita dei genitori cambia. Meno capricci, meno litigi, meno fatica quotidiana.


Per le madri questo significa molto. Chi ha affrontato un percorso di fertilità sa che la maternità è spesso carica di desiderio, attese, timori e grandi aspettative. Quando finalmente il bambino arriva, il desiderio di “fare bene” si somma al peso del carico mentale quotidiano: orari, visite mediche, organizzazione della casa, educazione.


Ogni scelta educativa, anche quella apparentemente banale di accendere un cartone piuttosto che un altro, diventa allora parte del benessere della madre. Uno stimolo frenetico che rende il bambino ingestibile non è solo un problema del piccolo, ma anche una fonte di stress per chi lo accudisce. Uno stimolo più calmo diventa invece un alleato, una piccola forma di cura per sé stesse.


> Maternità consapevole significa anche questo: scegliere consapevolmente i ritmi della famiglia, proteggendo sia i bambini sia l’equilibrio emotivo delle madri.


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5. Salute familiare: meno caos, più armonia.


Le ricerche in psicologia familiare mostrano che il livello di caos percepito in casa influisce direttamente sulla qualità delle relazioni. Una casa rumorosa e disordinata, con bambini agitati e adulti stressati, è terreno fertile per conflitti. Una casa più calma, con stimoli più equilibrati, favorisce invece la comunicazione e l’empatia.


Non si tratta di eliminare il gioco o la vivacità, ma di calibrare gli stimoli. Un bambino non ha bisogno di tre ore di cartoni veloci: può trarre più beneficio da mezz’ora di cartoni lenti guardati insieme ai genitori, seguita da attività manuali o da momenti di lettura.


Per la famiglia questo significa più armonia, meno conflitti, più tempo di qualità. Per le madri, significa meno fatica e più respiro. Per i padri, significa un terreno più stabile su cui collaborare.


6. Conclusione: maternità consapevole come cura dei ritmi familiari.


L’esperimento dei cartoni anni ’90 non ci insegna soltanto qualcosa sui bambini, ma sull’intera esperienza della maternità. La maternità non è fatta solo di gravidanza, parto e visite mediche: è fatta di scelte quotidiane, di educazione, di cura dei ritmi.


Per chi ha affrontato un percorso di fertilità, ogni passo della maternità è ancora più carico di significato. Proteggere il proprio equilibrio, ridurre il carico mentale, costruire ambienti familiari sereni diventa parte integrante della salute femminile.


In un mondo che corre, la maternità consapevole è anche la capacità di rallentare. Di dire no a stimoli eccessivi. Di costruire spazi in cui bambini e genitori possano respirare. È un investimento sulla salute dei figli, ma anche sulla propria.


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Mater Clinic è sempre al tuo fianco per curare il benessere femminile in ogni tappa della vita, dalla prima giovinezza alla menopausa, inclusi i percorsi di fertilità nella ricerca di un bambino e durante la maternità.


Se cerchi aiuto medico nell'ambito della salute femminile e della fertilità, contattaci:


📱 WhatsApp: 645 096 548

📧 Email: care@mater.clinic

🌐 Website: www.mater.clinic (fertilità) | ginecologia.mater.clinic (ginecologia)


Fonti:


  • Lillard AS, Peterson J. The immediate impact of different types of television on young children’s executive function. Pediatrics, 2011.


  • Christakis DA, Zimmerman FJ, DiGiuseppe DL, McCarty CA. Early television exposure and subsequent attentional problems in children. Pediatrics, 2004.


  • American Academy of Pediatrics. Media and Young Minds. Policy Statement, 2016.


  • World Health Organization. Guidelines on physical activity, sedentary behaviour and sleep for children under 5 years of age. 2019.


  • Harvard Medical School. Digital exposure and family well-being. 2020.


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